Ogni tanto capita di effettuare degli itinerari di viaggio non consueti e tradizionali, preferendo delle località sulla carta secondarie alle principali città di una regione e rimanere piacevolmente sorpresi e stupiti. Questo è quello che mi è successo recentemente viaggiando nella parte più meridionale della Toscana, la Maremma. Il suo territorio è molto vasto infatti si estende dalla costa livornese fino a Civitavecchia, comprendendo quindi anche una parte del Lazio e all’interno giunge a lambire le pendici del monte Amiata e le colline Metallifere. Presenta, dunque, una grande varietà di ambienti e paesaggi tutelati dall’istituzione del Parco Regionale della Maremma. Nel mio itinerario mi sono concentrato nella parte di territorio inclusa nella provincia di Grosseto che annovera diversi borghi che meritano una visita.
Massa Marittima
Massa Marittima conserva un bel centro storico, racchiuso dalle mura, che ha il suo punto nevralgico in Piazza Garibaldi dove si trovano tutti gli edifici storici più importanti, fra cui la Cattedrale di San Cerbone, il Palazzo Comunale, il palazzo del Podestà, Palazzo Malfatti e più defilata la fontana dell’abbondanza. Un insieme architettonico unico e davvero scenografico.
Le città del tufo
Una giornata l’ho dedicata alla visita delle città del tufo: Pitigliano, Sorano e Sovana. La prima sorge su un altipiano di tufo, in verticale sullo strapiombo, regalando all’arrivo un’immagine da cartolina! Una volta all’interno, camminando per i suoi vicoli, sembra davvero di fare un tuffo nel medioevo, fra le case torri, le cantine, le caverne scavate in profondità e l’importantissimo ghetto ebraico a cui deve l’appellativo di “Piccola Gerusalemme”. Davvero interessante la visita al ghetto che permette di scoprire gli ambienti caratteristici della comunità ebraica come il forno al cui interno si cuoceva il pane azimo, la cantina, la macelleria kasher e l’immancabile sinagoga. E’ possibile inoltre acquistare prodotti e vini kasher. Da non perdere una visita al palazzo Orsini che conserva notevoli stanze affrescate e significative opere d’arte religiosa.
A Sorano spiccano, invece, la fortezza Orsini e il Masso Leopoldino (o fortezza vecchia) che costituivano insieme alle mura il sistema difensivo della città. Attraversando il centro, fra salite e discese, si possono ammirare scorci e panorami unici! La città è nota inoltre come la “Matera di Toscana” per la sua conformazione e per le molte grotte scavate nella roccia.
A conclusione della giornata ho visitato la frazione di Sovana, noto centro etrusco, dove si conservano le rovine della rocca aldobrandesca, la bella chiesa di Santa Maria Maggiore in stile romanico con il suo interessantissimo ciborio e la concattedrale di San Pietro.
I butteri e i loro animali
Per comprendere e conoscere maggiormente questo territorio ho pensato di visitare la tenuta agricola situata all’interno del parco regionale della Maremma che si occupa di preservare il territorio e la sua fauna autoctona come il cavallo e la mucca maremmana che vivono allo stato brado. Le persone adibite a questi compiti sono i butteri, cioè i tradizionali pastori a cavallo. E’ stato molto interessante confrontarsi con queste persone dalla grande passione.
Orbetello e la sua laguna
Per completare la visita è doveroso recarsi a Orbetello, cittadina molto graziosa, situata su una penisola che si addentra nella laguna salata interna. Un ambiente unico, tutelato anche dal WWF, che regala viste meravigliose (soprattutto al tramonto) sull’Argentario.
Grosseto, capoluogo di provincia
A conclusione del tour ho visitato Grosseto, racchiusa all’interno della cinta muraria ottimamente conservata. Notevole è il duomo di San Lorenzo. Il centro storico è raccolto ma conserva interessanti monumenti e palazzi storici.
Devo ammettere che sono stato sorpreso dalle bellezze paesaggistiche e storiche di questa regione. Il tutto viene inoltre valorizzato dalle antiche tradizioni e dai forti sapori in cucina. Un breve viaggio che consiglio vivamente, magari in primavera prima che la costa diventi troppo affollata dal turismo balneare.
Per chi cerca una destinazione ideale per trascorre una settimana al mare con la possibilità di fare tante attività diverse tra cui praticare sport acquatici, visitare un’autentica città coloniale e farsi trascinare dai ritmi caraibici, accolti e accompagnati da persone sorridenti e accoglienti, mi sento di consigliare la Repubblica Dominicana.
Bayahibe: una località ideale
Una delle località più rinomate è
certamente Bayahibe. Un piccolo villaggio di pescatori nel sud-est del Paese, con
un bel litorale di sabbia e un mare cristallino. Qui si susseguono diversi
villaggi turistici che rendono l’offerta variegata per qualità e costi. L’aeroporto
più vicino è quello di La Romana che dista una mezz’ora di pullman circa,
quindi si tratta di una soluzione molto comoda.
Il clima è tipicamente caraibico,
tendenzialmente soleggiato con le nuvole che possono fare capolino molto
velocemente insieme a qualche scroscio improvviso di pioggia.
Le isole di Saona e Catalina
Un altro punto a favore di
Bayahibe è la posizione che permette di effettuare comodamente diverse
escursioni interessanti come quelle alle isole di Saona e Catalina. La prima fa
parte del Parco Nazionale dell’Est, un’area protetta per la salvaguardia della
costa, ricca di vegetazione, e del mare, abitato da stelle marine, delfini e
tartarughe marine. Si può nuotare nelle sue piscine naturali con acque
trasparenti e riposarsi sulle sue spiagge di sabbia bianca circondate da alte
palme da cocco. Il contrasto di colori fra la vegetazione e le sfumature dell’acqua
è davvero eccezionale!
La seconda, chiamata Catalina da
Cristoforo Colombo in onore della figlia della regina di Castiglia, è un
paradiso per lo snorkelling con la sua barriera corallina ricca di pesci. Pur
essendo un’area protetta è stata attrezzata una bella spiaggia per riposare e
prendere il sole.
La Capitale: Santo Domingo
Non si può concludere un
soggiorno senza la visita a Santo Domingo, la capitale e prima città europea
nel nuovo mondo. Passeggiando fra le stradine della Ciudad Colonial, protetta
dall’Unesco, si scopre il tracciato originale della città con diversi edifici del
XVI secolo (tra cui l’Alcazar de Colon che fu la residenza di Diego Colombo,
figlio di Cristoforo), trasformati in interessanti musei e la prima Cattedrale
del nuovo mondo. La città è vivace e colorata. Durante la visita si percepisce
il rumore delle tessere del domino, gioco popolare molto praticato nelle pause
lavorative specialmente dagli anziani. Inoltre si possono provare assaporate i
tanti gusti della frutta tropicale o lasciarsi svagare dallo shopping di souvenir
come quadri e maschere di chiara ispirazione africana. In questa atmosfera
caraibica è inevitabile lasciarsi affascinare dalle leggende sui pirati che
hanno anticamente approdato sull’isola. Il più famoso è senz’altro Francis
Drake, che assediò e bruciò la città, liberandola solo dopo aver ricevuto un
cospicuo riscatto.
All’estremità orientale della
città, fu costruito In occasione del 500° anniversario dell’arrivo di Colombo
sull’isola, il grandioso Mausoleo-Museo a forma di croce che conserva i resti
dell’esploratore.
Ritmi Caraibici
Durante il viaggio si resta
travolti dalla musica con i suoi ritmi latini (bachata) e i suoi sfrenati balli
(il merengue) cornici costanti delle serate accompagnate anche dalla bevanda
nazionale, il Rhum.
Un paese tutto sommato piccolo, che condivide l’isola di Hispaniola con Haiti, riesce a coniugare tanti aspetti diversi, come la natura esuberante, la storia interessante, il ricco patrimonio culturale e la gustosa gastronomia locale. Durante la lettura fatevi accompagnare dal ritmo di Solita di Prince Royce, e non potrete fare a meno di muovervi anche voi.
Non si poteva mancare un’occasione così importante per l’Italia e per una città dalla storia tanto particolare e complicata…. E infatti Matera c’è l’ha fatta! A coronamento di questa rinascita, iniziata con un lungo lavoro di recupero e restauro dei celebri sassi e il riconoscimento dell’Unesco nel 1993, quest’anno la città rappresenta la capitale europea della Cultura con un fitto calendario di iniziative ed eventi. Per l’occasione si presenta nella migliore veste possibile. Del resto non può essere un caso se negli ultimi anni è stata scelta da diversi registi internazionali che hanno deciso di riprendere in questi luoghi, così particolari e scenografici, scene di famosi film.
Inizia la visita: Piazza Vittorio Veneto
La visita del centro storico inizia dalla frequentata Piazza Vittorio Veneto dove si possono ammirare il palombaro lungo, un’enorme cisterna che poteva contenere 5000 mq di acqua, i resti della chiesa dello Spirito Santo, la chiesa di San Domenico, la piccola chiesa della Mater Domini e l’elefante spaziale di Dalì. Affacciandosi sulla terrazza si gode di un incantevole panorama che fa sembrare la città un presepe illuminato. Per essere i primi momenti all’interno di Matera è davvero impressionante!
Si prosegue…
Si
continua con la salita fino alla Cattedrale dedicata alla Madonna della Bruna e
a Sant’Eustachio, costruita in stile romanico pugliese. L’interno riccamente
decorato è in stile barocco. Scendendo si svolta in piazza del Sedile in cui si
trova l’omonimo palazzo e si prosegue in Piazza S. Francesco con la chiesa e la
seconda scultura di Dalì (piano ballerino). Da qui si percorre tutta via Ridola
fino ad arrivare al belvedere di Piazza Pascoli da cui si gode un altro scorcio
spettacolare sulla città. Passeggiando per le vie del centro storico si nota
come gli abitanti affollino i tanti caratteristici locali e bar, creando
un’atmosfera davvero vivace in città.
La cripta del peccato originale
Imperdibile è la visita alla
Cripta del Peccato originale, che si trova in contrada San Giuliano, in una
delle anse del ruscello della Gravina all’interno di una parete rocciosa. La
grotta è decorata con un ciclo di affreschi datati tra VIII e il IX secolo,
stesi dall’artista noto come Il Pittore dei Fiori. Un vero capolavoro!
La Murgia Materana
Per avere una veduta d’insieme della
città, suggerisco di recarsi all’interno del parco della murgia materana cosi
da ammirare un panorama davvero unico e suggestivo. Si possono inoltre percorrere
dei sentieri che si addentrano nella natura selvaggia del luogo e visitare
delle chiese rupestri.
Cucina tradizionale
Dopo tanto camminare e visitare ci
si può abbandonare ai piaceri culinari a base di prodotti tipici della
tradizione lucana come il pane che ben si presta a delle ottime bruschette con
olio di oliva e pomodori freschi, le focacce, i formaggi lucani (tipici il
pecorino e il caciocavallo), le paste fresche fatte in casa (le orecchiette), i
legumi, il peperone crusco e i dolci (da provare assolutamente le tette delle
monache, un piccolo pan di spagna ripieno di crema). Da leccarsi i baffi!
Passeggiando fra i sassi
Recuperate le energie ci si può “tuffare”
nuovamente fra i sassi, dove ogni angolo nasconde una chiesetta, un monumento o
un’installazione artistica che meritano la vista. Devo ammettere che
passeggiando e guardando questi scorci così particolari mi vengono in mente
località mediorientali per la particolare struttura della città. Partendo da
un’altra opera di Dalì, l’orologio sciolto, si può costeggiare tutta la gravina
con scenografici panorami fino alla bella chiesa di San Pietro Caveoso. Al suo
interno segnalo il bel soffitto in legno dipinto con la rappresentazione de “Il
cristo che affida il futuro della Chiesa a San Pietro”. Con un ultimo sforzo si
sale fino alla chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve che fu il primo
insediamento monastico femminile a Matera. E’ in fase di parziale restauro ma
conserva dei bellissimi affreschi.
Escursione in Puglia
Trovandosi vicini al confine
viene spontaneo approfittare dell’occasione per un’escursione in Puglia per
visitare Gravina e Altamura. Molto scenografica è la spaccatura sopra cui è
costruita la prima, con il celebre ponte-acquedotto, ma il centro storico
risulta un po’ trascurato nonostante la caratteristica cattedrale. La vicina
Altamura è invece più vivace e risulta un piacere passeggiare nelle viette e
nei claustri (caratteristici spazi chiusi su tre lati dalle abitazioni) da cui si
scoprono i tradizionali forni dove poter assaggiare e comprare il celebre pane.
E’ d’obbligo entrare nella bellissima Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Basilicata Coast to Coast
Tre giorni all’insegna della
cultura, della tradizione e della buona cucina da trascorre ascoltando la
colonna sonora del film “Basilicata Coast to Coast” di cui segnalo la
bellissima “Mentre Dormi” di Max Gazzè.
Londra è sempre Londra! Una delle capitali più popolose d’Europa e una delle città più multietniche e cosmopolite del mondo. Centro nevralgico per la politica, l’economia e la finanza, l’arte, la musica e le nuove tendenze, è sempre un passo avanti. Visitandola si notano la grande pulizia e l’ordine nella circolazione, l’organizzazione e l’efficienza dei servizi.
Mercati e cucina
Sfato
subito un luogo comune alquanto superato, a Londra non si mangia male, anzi! Durante
i pranzi ho sempre gustato buoni piatti. Credo sia cambiato l’approccio con il
cibo, ora c’è una ricerca maggiore nella qualità nelle materie prime e una superiore
abilità e fantasia nella loro elaborazione. Mercati come Covent Garden, Camden
Town e Boroguh Market, sono luoghi ideali per lo shopping ma anche per assaggiare
degli ottimi piatti della cucina locale (partendo dal classico fish and chips) ed
internazionale (la cucina indiana su tutte). Si può percepire il profumo del pane
appena sfornato, ci si può dissetare con una tipica birra artigianale o ci si
può ricaricare con un caffè che non ha troppo da invidiare al nostro!
Chiese e monumenti
Londra è un importante centro
religioso che ospita numerose chiese, fra le quali spiccano la monumentale St.
Paul Cathedral, capolavoro di Christopher Wren, ricostruita dopo il terribile
incendio del 1666 e l’Abbazia di Westminster sede delle incoronazioni dei vari
sovrani, l’ultima della regina Elisabetta nel 1953.
Imperdibile è la visita della
Torre di Londra, castello medioevale costruito dai normanni. E’ un monumento
ricco di storia e di leggende, ospita inoltre gli splendidi gioielli della
corona. All’uscita si può camminare lungo il Tamigi ammirando uno dei simboli
della capitale: il Tower Bridge, capolavoro di ingegneria in quanto si tratta
di un ponte mobile. Non lontano da qui si trova il St. Katharine Docks, un
vecchio molo commerciale che ora ospita locali e negozi, un luogo tranquillo
che mostra ulteriormente quanto Londra sia una città legata all’acqua.
Architettura e natura
La metropoli inglese è un insieme
ben amalgamato e senza stonature di antico e moderno, di case in mattoni rossi
di epoca vittoriana e grattacieli in vetro. Gli edifici progettati dai grandi
architetti del passato sono affiancati all’innovazione disegnata dai grandi
architetti moderni come Renzo Piano (The Shard) e Norman Foster (City Hall, Millenium
Bridge, British museum, ecc).
In città c’è anche tanta natura
con splendidi parchi molto frequentati dai locali per praticare attività
sportive e rilassarsi, come il grande Hyde Park, St. James’s Park, il Kensington
Gardens con il monumentale Albert Memorial, ecc.
Attrazioni a non finire
Le
attrazioni da vedere sono tante e per tutti i gusti: da Trafalgar Square con il
monumento dedicato all’ammiraglio Nelson e la National Gallery che ospita una
collezione di pitture fra le più importanti al mondo, la vicina Piccadilly
Circus con le sue famosissime insegne luminose, il Parlamento con l’iconico
orologio Big Ben, Buckingham Palace e il tradizionale spettacolo del cambio
della guardia, il British Museum che ospita una delle più grandi collezioni di
arte antica. Interessante anche la Tate Modern ospitata in una ex centrale
elettrica, è l’ideale per gli appassionati di arte moderna e contemporanea
(segnalo che i musei statali sono gratuiti).
Little Venice
Un altro luogo atipico, in cui si
respira pace e tranquillità, è Little Venice che ispirò famosi scrittori del
calibro di Lord Byron. Si trova vicino alla fermata della metropolitana
Paddington, fra il Regent’s Canal e il Grand Union Canal, è un luogo affascinante,
immerso nella natura con la particolarità di ospitare numerose case
galleggianti.
Escursioni fuori Londra
Uscendo dalla metropoli consiglio
la visita di Windsor con la splendida residenza della famiglia reale.
Impressiona per lo sfarzo profuso in ogni ambiente, dalla splendida cappella
reale, ai giardini, ai vari appartamenti.
Un’altra possibilità per
un’escursione di intera giornata fuori Londra, è la visita della cittadina di
Bath e Stonehenge. La prima conserva le antiche terme romane all’interno di un
interessantissimo museo con le ricostruzioni dei vari ambienti, reperti e i
canali dove scorre ancora oggi l’acqua che viene convogliata nelle varie
vasche. Merita una passeggiata anche il vivace centro storico che conserva
l’abbazia con notevoli vetrate e i Parade Gardens che si affacciano sul fiume
Avon e il Ponte Pulteney, costruito in stile palladiano è un vero gioiello con
negozi su entrambi i lati per tutta la sua lunghezza. Proseguendo si giunge al
sito preistorico di Stonehenge. Impressionante e pieno di misteri ed enigmi,
indubbiamente affascina e lascia esterefatti nel tentativo di immaginare come
sono riusciti a costruirlo e quali siano i suoi reali significati. Una giornata
piena, considerate anche le notevoli distanze, ma che soddisfa per le mete
visitate.
Musica
Londra non stanca mai, c’è sempre
qualcosa di nuovo da scoprire o qualche evento a cui partecipare, fra cui numerosi
concerti. Molti importanti cantanti sono legati alla capitale, segnalo gli
storici The Clash con London Calling a quarant’anni esatti dalla sua
pubblicazione.
Alla
mia affermazione “parto per l’Armenia” seguivano spesso sguardi enigmatici e
curiose domande da parte dei miei amici. Cerco quindi di rispondere ai quesiti
riportando la mia esperienza in questo piccolo paese situato nel Caucaso,
confinante a nord con la Georgia, a est con l’Azerbaijan, a sud con l’Iran e a
ovest con la Turchia. Durante i secoli di storia ha subito varie invasioni da
parte dei romani, ottomani e persiani, ma ha saputo mantenere i suoi caratteri
distintivi originari come l’alfabeto, la lingua, la religione che sono stati
fondamentali per permettere al popolo di rimanere unito e di superare le tante avversità.
Ha una popolazione di circa tre milioni di abitanti di cui un terzo vive nella
capitale, Yerevan. Il cinquanta percento del territorio è situato sopra i 2000
metri di altitudine.
Yerevan
Arrivando a Yerevan, la prima
impressione non è esaltante, forse per l’architettura che rimanda ai tempi del
dominio sovietico o per il tufo largamente usato che non conferisce un colore
vivace agli edifici. Ma ben presto si rivela una città che sorprende e sa farsi
apprezzare per la grande voglia di vivere dei cittadini, per la pulizia del
centro, per i viali alberati e i parchi, per gli interessati musei e i
monumenti. Centro nevralgico della città è la bella piazza della Repubblica
dove si affacciano il palazzo del governo e il museo di storia dell’Armenia.
Quest’ultimo è interessante per poter fare una carrellata della storia del paese
dalla preistoria ai giorni nostri, attraverso reperti, utensili, gioielli,
abiti, ecc.
La sera le fontane che si trovano in piazza si animano a ritmo di musica e, fra giochi d’acqua e di luce presentano uno spettacolo davvero piacevole in una cornice molto suggestiva.
Musei
Da non perdere la Cascade, una monumentale scalinata panoramica di 500 gradini che ospita al suo interno un’esposizione di arte moderna davvero interessante fra cui delle statue di Botero. Il Matenadaram è un museo unico, che ospita migliaia di antichi manoscritti in armeno ma anche in altre lingue come il greco, l’arabo il latino. Le miniature colpiscono per il dettaglio e la precisione. I manoscritti sono il prezioso lascito dell’operato all’interno dei monasteri fortificati che fungevano da centri culturali, religiosi e di studio, anche durante le invasioni e i domini stranieri. Non può mancare una visita al Tsitsernakaberd, museo e memoriale del genocidio compiuto dall’impero ottomano governato dai “Giovani Turchi” fra il 1915 e il 1917 in cui vennero uccise circa un milione e mezzo di persone, cancellando la presenza armena nell’Anatolia orientale da loro abitata da quasi duemila anni. All’interno del museo ci sono foto, testimonianze e video. All’esterno si trovano il giardino dei giusti, con piante e alberi piantate dai leader politici che hanno riconosciuto il genocidio, e il monumento formato da dodici lastroni di cemento inclinati al cui centro arde la fiamma perenne. Consiglio a chi vuole leggere e approfondire questo tema i libri di Antonia Arslan (La Masseria delle Allodole da cui hanno tratto anche un film e La Strada di Smirne dove racconta le vicissitudini della sua famiglia) e il romanzo storico di Franz Werfel “I quaranta giorni del Mussa Dagh” (narra la resistenza di alcuni villaggi, che si rifugiarono sul monte riuscendo a respingere le milizie turche fino all’arrivo delle navi francesi).
Mercati e cucina
Per lo shopping ci sono il mercato Vernissage con vari prodotti di artigianato locale e il mercato Gum dove poter trovare spezie, grappe, il famoso cognac Ararat e ovviamente diversi tipi di frutta fresca ed essiccata, uno spettacolo per gli occhi e per la bocca! A tal proposito posso rassicurare che in Armenia si mangia molto bene! la cucina è un mix di influenze mediterranee e mediorientali. Solitamente vengono serviti diversi antipastini (a base di verdure e formaggi), a seguire il piatto principale di carne. Sono molto usate le spezie (coriandolo e aneto) ma le pietanze non risultano piccanti. Un posto speciale nella cucina armena lo occupa il pane, preparato in tanti modi diversi ma il più caratteristico è il Lavash cotto all’interno di forni sotterranei e mangiato con formaggio fresco ed erbette. Una vera prelibatezza!
Monte Ararat
Ogni
mattina, la prima cosa che facevo durante il mio soggiorno era cercare il monte
Ararat dalla finestra della mia stanza. Nelle giornate migliori lo si può
ammirare benissimo anche dalla capitale. Devo ammettere che è imponente con i
suoi 5137 metri di altitudine e spettacolare nelle sue forme. Il suo fascino è
magnetico, non si può far altro che cercarlo continuamente ed osservarlo dai
vari punti della città. La vista migliore la si ha recandosi al monastero Khor
Virap in posizione dominante sulla campagna circostante e vicino al confine con
la Turchia. Proprio così, il monte biblico che storicamente si trovava in
territorio armeno, attualmente si trova al di là del confine. Dal monastero
però si possono fare delle foto spettacolari. Questo luogo è legato alla storia
di San Gregorio Illuminatore, patrono del paese.
Monasteri
Durante
un viaggio in Armenia si può avere l’occasione di visitare diversi monasteri
che, anche se non sono riccamente decorati ma piuttosto semplici, con le
tipiche Khachkar, croci fiorite scolpite su pietra come carattere distintivo, trasudano
storia e una profonda devozione. Segnalo fra i tanti: Noravank situato a
ridosso di una parete di roccia all’interno della gola scavata dal fiume Amaghu.
Tatev collocato in mezzo alle montagne, per raggiungerlo è necessario prendere
la funicolare più lunga al mondo: 5,7 km. Sevanank costruito sulla penisola
all’interno del Lago Sevan, Sanahin e Haghpat a dominare la gola di Alaverdi,
Geghard nei pressi di Garni, molto frequentato dai locali. Entrando in questi
luoghi vi capiterà di notare diversi gesti di fede a dimostrazione
dell’attaccamento degli armeni alla propria religione. I sacerdoti sono
disponibili a un contatto con i turisti e una loro benedizione rimarrà un
momento indelebile del viaggio.
Paesaggi e contatto con le persone
Un altro elemento caratterizzante
del viaggio è il continuo mutamente del paesaggio, la catena del piccolo
Caucaso mostra le vette più alte innevate che sfidano le nuvole e i suoi lati
più belli, specialmente durante il mese di maggio quando tutto è verde con gli
alberi da frutto in fiore, la neve che si scioglie crea continuamente piccoli
torrenti, mentre i fiumi più grandi sono in piena a dimostrare la forza della
natura.
Quello che però tocca l’animo è
il carattere degli armeni, la loro ospitalità, cordialità, generosità, sempre
disponibili ad aiutare con il sorriso.
Ad accompagnare il tutto consiglio la musica
del compositore Katchaturian: “La danza delle spade” e per un approccio contemporaneo
la giovane cantante Areni Agbabian.
Non è semplice raccontare un
viaggio in India… ho dovuto lasciare passare un po’ di tempo dal mio rientro,
per poter metabolizzare al meglio tutto ciò che ho visto, le esperienze fatte e
le emozioni provate. Durante il percorso si è sempre un po’ di corsa nel
tentativo di rispettare la tabella di marcia prefissata, e diventa arduo comprendere
realmente tutto quello che si assimila: informazioni, incontri e scene. Un
viaggio in India non è mai banale, anzi porta ogni viaggiatore a innalzare
l’asticella dei propri limiti, a superare fobie ed ansie, a confrontarsi con
una realtà completamente diversa sbattuta improvvisamente in faccia senza
misure.
Bisogna partire dal presupposto
che l’India è un subcontinente da oltre 1 miliardo di abitanti e che, quindi,
ci sono al suo interno dinamiche e realtà che a noi sfuggono. Le distanze, le
città, il traffico, i problemi…. Tutto appare ingigantito a dismisura. Ma ciò
non toglie fascino e bellezza ad un paese, che sa veramente sorprendere il
viaggiatore rispettando lo slogan dell’ente del turismo nazionale: “Incredible
India!”.
Entrando nel dettaglio, sono
partito da Delhi per visitare Agra e quindi a seguire ho effettuato un tour del
Rajasthan, una regione del nord che confina con il Pakistan, famosa per le sontuose
residenze e i forti dei Maharajah, interessanti città, tradizioni e folklore, le
Haveli e il deserto.
Delhi
Delhi è una megalopoli con circa
20 milioni di abitanti e una superficie molto estesa. Nonostante le sue
dimensioni la parte vecchia sa mantenere i propri tratti caratteristici e
regalare sorprese. Si incomincia naturalmente con il famoso Forte Rosso. Si
tratta in realtà di un grande complesso di edifici (padiglioni per le udienze,
appartamenti privati, padiglione delle camere imperiali e la moschea) atte a
simboleggiare la grande potenza della dinastia islamica Mogul. Terminata la
visita consiglio un giro in risciò a pedali attraverso Chandni Chowk, un’enorme
e antico bazar al cui interno si trova davvero di tutto. La cosa divertente è
che si riesce a passare attraverso vicoli strettissimi e affollati senza
combinare danni! Impossibile non cedere alle tentazioni dello street food come
i Samosa (triangolini di pasta fritti, farciti e speziati) e un dolcissimo
Jalebi (pasta fritta immersa in sciroppo di zucchero). Spostandosi a New Delhi
si possono visitare l’India Gate (memoriale di guerra), splendidamente
illuminato di sera e, percorrendo il grande viale delle parate, la sontuosa residenza
del primo ministro. E’ inoltre d’obbligo una sosta al mausoleo di Gandhi (Rhaj
Ghat) immerso in grande giardino è un luogo di pace anche se molto frequentato
dalle scolaresche. Vi si trova una lastra di marmo nero con una torcia
perennemente accesa a sua memoria e delle sue idee.
Agra
Seconda tappa del tour è una meta
vista in televisione, letta su riviste e social, il sogno di una vita…. Agra
con il suo Taj Mahal!! Il tragitto da Delhi non è breve e si può approfittare delle
ore necessarie per il trasferimento per osservare la campagna circostante che
regala in questo periodo lo spettacolo dei campi di colza in fiore, una distesa
gialla a perdita d’occhio. Spiccano Inoltre le moltissime ciminiere disseminate
qua e là, che vengono utilizzate per la produzione di mattoni.
Arrivando in città si fa fatica a
trattenere l’emozione. Varcando la porta sud si rimane accecati dalla bellezza
che si erge davanti al proprio sguardo e dai riflessi del marmo bianco. Lascia
veramente senza parole…. Il complesso è costituito dal mausoleo che conserva le
tombe dell’imperatore mogul Shah Jahan e di sua moglie, i quattro minareti, il
giardino, la moschea e il suo palazzo gemello utilizzato per gli ospiti. Impossibile
non ammirarlo da ogni angolazione. Entrando si rimane veramente colpiti dalla
quantità e precisione delle decorazioni. Impressionante! Affacciandosi al fiume
si può vedere in lontananza il forte in cui fu imprigionato l’imperatore per
mano di suo figlio. Per chi trascorre la notte ad Agra è consigliata la visita.
Mandawa
Il mio
itinerario prosegue per il Rajasthan, precisamente nello Shekhawati, dove la
prima tappa è Mandawa. Una piccola e trascurata città, ma che si rivela una
sorpresa passeggiando per il centro storico, poiché conserva un patrimonio
artistico inestimabile: le Haveli. Si tratta di dimore storiche dei
commercianti riccamente decorate, i quali facevano a gara per costruire la più
bella. Purtroppo molte sono in stato di abbandono ma in qualcuna si può persino
entrare per ammirare gli ambienti interni affrescati e anche salire sul tetto
per guardare lo skyline di questa particolare città. Da non perdere anche il
tipico pozzo indiano a gradoni che rispecchia il carattere di questa località,
splendido monumento seppur anche questo trascurato e senza acqua. Per chi ha la
possibilità consiglio di trascorrere una notte nell’hotel Castle per provare
l’esperienza di dormire in un vero castello indiano con camere ricavate in diversi
ambienti del complesso.
Bikaner e Osian
Bikaner è la meta successiva, ma
in questo caso pure i tragitti regalano sorprese e scene incredibili come
trattori ribaltati dall’enorme quantità di merci che trasportano, cani e mucche
che attraversano la strada, moto e motorini che sfrecciano da ogni parte,
furgoni che trasportano arachidi e persone che compiono le più disparate
attività a bordo strada.
La città si trova nel deserto del
Thar a poca distanza dal confine con il Pakistan. Era un’importante tappa sulla
rotta carovaniera che attraversava questa regione per proseguire verso la Cina.
La città conserva un aspetto medioevale con una cinta di mura difensiva, un
tempio giainisita e il bellissimo forte Junagarh. Questo fu costruito dal
sovrano di Bikaner alla fine del XVI secolo. Conserva diversi ambienti come la
sala per le udienze pubbliche e gli appartamenti privati riccamente decorati.
Conserva anche un aeroplano della prima guerra mondiale. A pochi chilometri di
distanza dalla città si trova il Tempio Karni Mata. La visita è una vera e
propria esperienza di vita in quanto si cammina scalzi in mezzo a centinaia di
topi considerati sacri, a cui vengono anche offerte ciotole con latte e cibo.
Dirigendosi verso Jodhpur, nella
località di Osian, si può effettuare un’escursione sulle dune a dorso di
cammello per godere del tramonto e dormire in un campo tendato. E’ importante
ricordare che non è il deserto dell’immaginario comune con alte dune sabbiose,
poiché ci sono molti arbusti, qualche albero e la civiltà non è cosi lontana….
Jodhpur
Una delle mete che mi è piaciuta
di più è senza dubbio Jodhpur! Spettacolari il forte sorto su uno sperone di
roccia a dominare la “città blu” e il mausoleo oltre ai km di mura edificate in
maniera spettacolare sui rilievi circostanti. Il forte Mehrangarh fu costruito
nel XVI secolo in arenaria rossa, stesso materiale della collina, creando un
gioco scenografico fra ciò che ha creato la mano dell’uomo e quella della
natura. Da qui si gode di un panorama
eccezionale su tutta Jodhpur ed in particolare sulla “città blu” che deve
questo nome al particolare colore delle case utilizzato per identificare le
dimore dei bramini e per difendersi dalla calura nelle torride estati e dagli
insetti. All’interno del forte ci sono vari cortili, gallerie ed esposizioni come
quella molto curiosa di lettighe per elefanti. Poco distante si trova il cenotafio
Jaswant Thada costruito in marmo bianco vicino a un laghetto artificiale e
circondato da giardini molto curati, un luogo di pace e serenità. Finemente
decorato esternamente, dentro presenta una collezione di foto dei Maharaja ma
la particolarità è che la luce del sole riesce a retro illuminare i blocchi di
marmo, creando un effetto unico! Potendo fermarsi più a lungo consiglio di
attraversare il quartiere blu e di visitare uno dei più rinomati mercati
dell’India.
Per chi fa un viaggio in India
consiglio di provare tutti i mezzi possibili e fare tutte le esperienze
disponibili, tra cui anche un tragitto in treno. Ho percorso la tratta fino a
Jaipur e devo ammettere che il servizio è stato migliore del previsto anche se
la velocità di crociera non è molto alta…. Le stazioni però sono sempre luoghi
da osservare con attenzione perché teatro di situazioni e scene curiose…
Jaipur
Chiudo
quindi con la capitale del Rajasthan, la mitica città rosa… Jaipur! Conta 3
milioni di abitanti, è frenetica e affascinante allo stesso tempo. Tappa
obbligata è l’Amber Fort, situato a circa una decina di chilometri fuori dal
centro, nella località di Amer, in una valle della catena degli Aravalli, in
posizione dominante sul lago di Moata. Con il suo caratteristico colore
arancione è un’affascinante commistione di architettura indù e musulmana. La
visita si svolge attraverso i suoi quattro cortili, il primo è l’ingresso
principale al palazzo difeso dalle guardie, il secondo ospita la bella sala per
le udienze pubbliche, nel terzo cortile si trovano i quartieri privati del re e
della sua famiglia con lo stupendo palazzo degli specchi. Nel quarto cortile vi
sono gli ambienti delle regine con le loro ancelle. Avvicinandosi alla città,
lungo il percorso si trova il Water Palace, residenza estiva costruita nel
mezzo di un lago. In centro, invece, merita una visita il City Palace, ancora
oggi abitato dal Maharaja. Qui spicca il cortile Pitam Niwas Chowk con quattro
porte decorate in maniera magistrale con rappresentazioni delle stagioni. Fantastica
è quella con i pavoni che simboleggia l’autunno! Non si può inoltre non
passeggiare lungo i suoi bazar colmi di merce di ogni tipo e provare a
contrattare con i venditori. Si arriva infine al Hawa Mahal celebre palazzo con
la facciata a forma di alveare. Una curiosità: si chiama città rosa poichè
tutti gli edifici sono dipinti di questo colore per volere del Maharaja che
ricevendo in visita il principe Albert dall’Inghilterra, per destare una buona
impressione emanò il decreto di tinteggiare gli edifici.
Conclusione e musica
Concludo questo mio racconto in
cui ho cercato di trasmettere le cose che mi sono rimaste più impresse anche se
ci sarebbe ancora molto da raccontare, come i sorrisi e gli sguardi delle
persone che mi porterò dentro di me.
Come colonna sonora indico una
canzone arrivata in Italia qualche anno fa: Mundian To Bach Ke di Panjabi MC.
Il periodo natalizio ha sempre il suo fascino e visitare una città negli ultimi giorni di dicembre risulta quindi di grande interesse. Napoli è perfetta nel coniugare al meglio i due aspetti. Il capoluogo campano custodisce grandi tesori d’arte, profonde tradizioni e una forte devozione. Consiglio di iniziare la visita con una bella passeggiata nel centro storico percorrendo via dei Tribunali, frequentata ma molto pittoresca, in cui si trovano diverse chiese ma anche pizzerie, bar e pasticcerie dove assaggiare un gustoso babà ed altre specialità gastronomiche. Con una piccola deviazione si arriva in Piazza San Domenico, dove si affacciano l’omonima chiesa con l’adiacente convento, Palazzo Corigliano sede dell’università “L’Orientale” e l’obelisco. Da qui si arriva velocemente alla Cappella San Severo che custodisce diverse opere fra cui il “Cristo Velato” di Sanmartino, la “Pudicizia” di Corradini e il “Disinganno” di Queirolo. Tre opere davvero straordinarie per la grande abilità dei maestri e per le sensazioni che trasmettono. In particolare il “Cristo Velato” è davvero contemplativo, si rimane a fissarlo a bocca aperta, ammirando tutti i dettagli come le pieghe o il pizzo del velo, i capelli e i muscoli del Cristo. Una visita davvero da non perdere (attenzione a prenotare in anticipo!).
Via San Gregorio Armeno e Santa Chiara
E’ d’obbligo proseguire con una passeggiata in via San Gregorio Armeno, tempio degli artigiani del presepe (anche se ormai è un luogo molto affollato). Qui si trovano le statuine della tradizione napoletana di tutte le grandezze oltre ai vari accessori per completare lo scenario. Delle vere e proprie opere d’arte in miniatura! Per completare la conoscenza del centro storico consiglio la visita della Basilica gotica di Santa Chiara (nel presbiterio conserva i monumenti funebri del re Roberto d’Angiò e della sua famiglia) con il suo bellissimo chiostro maiolicato. Un luogo ameno fuori dal caos del centro, con le piante di agrumi e i vivaci colori delle decorazioni. Di fronte alla Basilica si trova la Chiesa del Gesù Nuovo, vero tripudio del barocco napoletano.
Centro storico di Napoli
Napoli monumentale
Altra zona della città da non perdere, è quella cosiddetta “Monumentale” partendo dalla fontana del Gigante, proseguendo per Castel dell’Ovo, Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito, lo storico Caffè Gambrinus (dove fare una pausa assaggiando i prodotti della pasticceria tradizionale), Galleria Umberto I (riccamente decorata, è ideale per un caffè o per lo shopping), Teatro San Carlo (il più antico teatro d’opera d’Europa), Castel Nuovo (conosciuto anche come il Maschio Angioino), fino alla piazza sede del municipio. Nei dintorni di Napoli ci sono diverse località che meritano una visita:
Pompei
straordinario
ed esteso sito archeologico, recentemente ha subito restauri e nuovi scavi che
hanno portato alla luce ulteriori bellezze. Consiglio prima dell’entrata al
sito di visitare il vicino Santuario della Beata Vergine del Rosario, uno dei
più importanti e visitati d’Italia. La sua storia è legata a quella
dell’avvocato Bartolo Longo divenuto beato nel 1980. Una volta entrati
nell’area archeologica si possono ammirare l’anfiteatro, varie dimore,
botteghe, le terme e altri ambienti che ci permettono di ricostruire com’era
una città romana e la vita quotidiana del tempo in tutti i suoi aspetti. Davvero
Interessante!
La Reggia di caserta
è la residenza reale più grande
al mondo per volume, fu fatta costruire da Carlo I di Borbone, su progetto
dell’architetto Vanvitelli. Capolavoro del barocco! Si visitano i vari appartamenti
sfarzosamente decorati oltre allo splendido giardino. La cascata dista dalla
reggia circa 3 km, ma ci sono delle navette che permettono di raggiungerla
comodamente. Consiglio di fare l’andata (in salita) in pullmino e il ritorno
(in discesa) a piedi per gustare il panorama e i gruppi scultorei delle varie fontane
d’acqua.
La Penisola Sorrentina
straordinario
scenario fra il mare e i monti Lattari, con i borghi a picco sul mare come la
vivace Vico Equense, in questo periodo un tripudio di luminarie e addobbi! Qui
segnalo le chiese dei Santi Ciro e Giovanni e la chiesa della Santissima
Annunziata a strapiombo sul mare. Proseguendo il tortuoso percorso ammirando
splendidi panorami si attraversano: Meta, Piano e Sant’Agnello fino ad arrivare
a Sorrento, patria del poeta Torquato Tasso. La cittadina merita una passeggiata per
perdersi nelle botteghe con prodotti a base del tipico limone (lungo Corso
Italia), dalle caramelle al limoncello, dai profumi ai prodotti cosmetici, ce
né per tutti i gusti (consiglio un assaggio presso “Limonoro”). Inoltre merita
per visitare interessanti monumenti come il Duomo in stile barocco e il
chiostro di S. Francesco attaccato alla Villa Comunale, qui c’è anche una
terrazza da cui godere uno splendido panorama sul golfo di Napoli.
Montecassino
Un po’ più distante da Napoli, a
metà strada con Roma, si erge a 519 metri sul livello del mare l’Abbazia di
Montecassino che domina l’abitato e tutta la vallata con splendidi panorami
sulle montagne circostanti. Un luogo di pace, fondato da S. Benedetto, fu
totalmente distrutto 3 volte, l’ultima a causa dei bombardamenti della seconda
guerra mondiale. Venne subito ricostruito seguendo il progetto iniziale e
rappresenta la culla del monachesimo occidentale. Si possono ora visitare i
vari chiostri fra cui quello progettato dal Bramante e la bella basilica decorata.
Dal complesso si può inoltre vedere il cimitero militare polacco che ospita
oltre mille soldati caduti che qui hanno combattuto in una delle battaglie più
atroci della seconda guerra mondiale.
Presepi
Una citazione a parte la meritano
i magnifici presepi tradizionali che si possono ammirare in tutte le chiese, in
particolare segnalo quello della Reggia di Caserta e del Chiostro di Santa
Chiara (del settecento e dell’ottocento) che oltre ad essere delle opere
d’arte, mostrano uno spaccato della vita del tempo in tutte le sfaccettature
con i vari mestieri e i costumi.
Un viaggio che merita essere
effettuato in questo periodo che esalta lo spirito e la tradizione dei propri
abitanti!
Come sottofondo musicale suggerisco un grande classico partenopeo come “Napule è” del grande Pino Daniele.
L’ultima esperienza di viaggio che ho vissuto è stata in Oman, una nazione in forte crescita economica e turistica. Grazie all’illuminato sultano Qaboos, che regna dal 1970 quando è subentrato a suo padre, ha saputo rinnovarsi totalmente. Sono state costruite strade, infrastrutture, ospedali, alberghi e si è anche puntato molto sull’istruzione e sulla cultura. Di seguito qualche indicazione su questo straordinario paese che presenta una grande varietà di attrattive, paesaggi e attività. Partendo dalla sua capitale, Muscat città molto estesa in superficie, con gli edifici che per legge non possono essere più alti dei minareti delle moschee. Si presenta moderna, estremamente pulita e vivibile. Ci sono diversi monumenti da vedere anche se un po’ dislocati fra di loro, come la modernissima Opera House (con l’illuminazione serale è un incanto!), la grande Moschea Qaboos (straordinaria per decorazioni, materiali e prospettive), la Moschea Zawawi e il Palazzo Al Alam con la pittoresca facciata con colonne blu e oro. Il museo Bait Al Zubai espone abiti, oggetti, monili, arredi e armi fornendo uno spaccato culturale e di vita tradizionale del paese arabo. Consigliatissima una passeggiata lungo la Corniche (lungomare) da cui poter ammirare gli yacht del sultano e in cui perdersi nel suk curiosando fra le varie bancarelle ed acquistando il tradizionale incenso. Si tratta di una resina estratta da una pianta che si trova nella regione del Dhofar, nel sud del paese. Posta sopra una collina si erge un’enorme incensiera bianca, simbolo della città che domina la baia.
Forti e villaggi di fango
Lasciando la città si possono scoprire molti altri siti interessanti, come ad esempio i vari forti, un tipo di costruzione ereditata dalla dominazione portoghese. Se ne trovano tanti, di varie forme e di varie grandezze come quello di Nizwa (con la sua torre che di diametro e di altezza misura circa 45 metri), Manah (il più alto dell’Oman), Jabreen (sicuramente uno dei meglio conservati, con diverse stanze decorate con soffitti in legno), Bahla (patrimonio Unesco dal 1987) e tanti altri.
Altra peculiarità sono i
tradizionali villaggi con le case in fango, come: Birkat Al Mouz (sorge a
ridosso delle montagne dominando uno splendido palmeto), Manah, Al Hamra (con
splendidi scorci, ci si può arrivare attraversando il grande palmeto), Tanuf
(danneggiato dai bombardamenti inglesi del 1959, ma rimane suggestivo
specialmente con la luce del tramonto).
Sia nei forti che in questi
villaggi caratteristici, si ritrova un’altra peculiarità dell’edilizia locale
il Falaj. Si tratta di canali utilizzati per l’approvigionamento dell’acqua che
partivano dalle sorgenti montane ed in maniera tentacolare distribuivano
l’acqua a villaggi, palmeti e forti. Alle volte sono scoperti così da
permettere anche di lavarsi, mentre altri sono sotterranei. Questo sistema, così
di fondamentale importanza in un territorio che d’estate raggiunge temperature
molto alte, è diventato patrimonio protetto dall’Unesco dal 2006.
Wadi
Dopo aver parlato tanto di
monumenti e architettura è doveroso raccontare della natura e dei paesaggi
dell’Oman. Le montagne e le catene montuose sono un elemento molto presente nel
paese con cui gli omaniti hanno dovuto da sempre confrontarsi. Non sempre è
risultato agevole basti tener conto che la vetta più alta supera di poco i 3000
metri. Percorrendo i vari itinerari si può godere di scenari incantevoli e
mutevoli. Lungo la catena montuosa si possono trovare i Wadi, cioè dei tipici
canyon in cui al loro interno scorrono dei corsi d’acqua che favoriscono la
crescita della vegetazione e l’insediamento umano. Due splendidi esempi sono Wadi
Bani Khalid (le sue pozze d’acqua, dove si può anche fare il bagno, regalano
colori e contrasti straordinari!) e Wadi Tiwi, molto diverso, più largo (si può
attraversare anche in fuoristrada), coltivato e abitato da diversi villaggi che
regalano in mezzo alle montagne un paesaggio davvero suggestivo.
Un’altra meraviglia della natura
è la singolare formazione geologica costituita da una profonda depressione del
terreno colma d’acqua color smeraldo, chiamata Biman Sinkhole.
Deserto
Una delle esperienze più
suggestive rimane sempre l’escursione in fuoristrada nel deserto, affrontando
le dune in impervie salite e ripide discese… esperienza adrenalinica! È
immancabile godere del tramonto sulle dune, regala sensazioni e una pace
indescrivibili. Per i più romantici si può trascorrere la serata osservando il
cielo stellato.
Mare
Un altro elemento naturale di
grande importanza per il paese è il mare, infatti l’Oman ha circa 1700 km di
costa. Pertanto sono da secoli abili navigatori e per farlo utilizzano le
tipiche imbarcazioni in legno i Dhow, che ancora oggi vengono prodotte nella
bella cittadina di Sur. In strategica posizione fra la laguna interna e il mare
aperto e protetta da varie torri difensive, è famosa per la pesca ma
soprattutto per i cantieri navali che si possono anche visitare. Ovviamente in
mare si possono praticare molti sport diversi e fare anche immersioni ma
consiglio a tutti un’escursione in barca dal porto di Muscat per spingersi in
mare aperto così da poter ammirare i delfini. Vederli saltare fuori dall’acqua
e avvicinarsi curiosi alla barca è davvero un’emozione unica!
Suk e musica
Oltre al già citato suk di
Muscat, segnalo anche quello più tradizionale di Nizwa che propone artigianato locale
con oggetti quali il Khanjar (il tipico pugnale omanita), le spezie, l’acqua di
rose, l’incenso, oltre a un ampio reparto di ortofrutta dove spiccano tutte le
varietà di datteri. Il suk di Sinaw è molto frequentato dai locali il giovedì,
quando si tiene la compravendita degli animali quali ovini e dromedari.
E’ davvero un Paese da visitare! Permette di conoscere una cultura a noi distante e di effettuare tante esperienze diverse.
Per il tradizionale appuntamento musicale, cito un grande della musica elettronica contemporanea, scomparso quest’anno a Muscat, Avicii, con il suo brano “Hey Brother”.
Un viaggio inaspettato, capitato quasi per caso, ma che ha lasciato dentro di me grandi emozioni. Una meta che non consideravo prioritaria da visitare ma che ora consiglio vivamente a tutti: la Jamaica!! Un’isola tutta da scoprire, ricoperta da una natura ancora selvaggia composta da una folta vegetazione nella quale addentrarsi per poter ammirare le sue perle, tra cui le tante cascate una diversa dall’altra e una più bella dell’altra. La gente inoltre è sempre sorridente, cordiale e gentile, con la musica nel sangue… è un attimo che ci si trova a cantare e ballare insieme le canzoni di Bob Marley. Del resto il re del reggae qui è davvero un mito, venerato da tutti!!
Nell’isola ci sono ottimi resort internazionali, dove poter unire la scoperta con il confort di servizi di qualità. Le località balneari più note si trovano sulla costa nord e sono Montego Bay (ospita anche un aeroporto) molto moderna con centri commerciali, intrattenimenti, locali e un parco marino dove poter fare snorkelling. Negril situata nell’estrema punta est, con un’atmosfera più caratteristica (negli anni ’70 ospitava una comunità hippie), con la bellissima spiaggia 7 Miles, piccoli negozietti, ristorantini e locali dove poter ascoltare buona musica, sorseggiare un drink e godere degli spettacolari tramonti come al Rick’s Cafè.
RUM:
Parlando di drink non posso non citare l’onnipresente rum! Prodotto locale e vanto dell’isola. Si può effettuare un tour alla fabbrica Appleton Estate, per poter apprendere le varie fase di lavorazione partendo dal succo spremuto dalle canne da zucchero fino all’invecchiamento in botti americane. La visita inizia con un cocktail e si conclude con la degustazione di ben tre tipi di rum!
La distilleria Appletone Estate
CASCATE:
Come accennavo, nell’isola sono presenti diverse cascate, io ne ho visitate due: le Dunn River Falls e le Ys Falls. Le prime situate nella località di Ocho Rios, si risalgono a piedi (necessarie le scarpette da scoglio) partendo dal mare (dove sfociano), per 55 metri di altezza e 180 metri di lunghezza, dovendo superare vari salti e pozze d’acqua immersi in una rigogliosissima vegetazione. Il percorso dura circa un’oretta e si può effettuare anche con delle guide specializzate in modo che anche i più piccoli possano godere di questa meraviglia. Le Ys si trovano vicino alla costa sud dell’isola non lontano da Black River e fanno parte di una grande tenuta con varie specie vegetali e cavalli. All’interno ci si muove con delle navette per arrivare alle piscine riempite con acqua delle cascate e rifinite con ciottoli di fiume levigati. Davvero un bel ambiente! da qui si parte per salire le cascate e con l’aiuto delle guide ci si può tuffare nelle pozze e lanciarsi con la corda… divertimento garantito!! Rispetto alle prime si differenziano per ambiente, formazione delle cascate e forza dell’acqua… sicuramente queste risultano più selvagge, nonostante ci siano tutti i servizi necessari.
Il parco dove si trovano le YS FallsLe YS Falls
BLACK RIVER:
Esperienza che suggerisco è quella della navigazione lungo il Black River dove in un ambiente naturale rigoglioso formato da eccezionali mangrovie, si possono ammirare diverse specie di uccelli e i coccodrilli. Interessante notare come i locali si integrino in questo ambiente naturale rispettandolo, ma al tempo stesso trarne vantaggio con la pesca di gamberi e pesce.
NINE MILES:
Ultima località visitata è quella di Nine Miles, che diede i natali a Bob Marley e che custodisce la sua tomba. Se siete dei fan e vi trovate nei paraggi, merita una visita nonostante il percorso per arrivarci sia lungo e tortuoso ma con scenari spettacolari. La località infatti si trova in mezzo alle montagne nel centro dell’isola. Nel museo si trovano qualche foto, la casa natale con arredamenti d’epoca, qualche disco e poco altro.
TRAMONTI:
Uno dei ricordi indelebili sono gli spettacolari tramonti sul mare. Qui davvero la natura si diverte a colorare come un pittore, con incredibili sfumature e una luce impressionante, davvero mozzafiato!
MUSICA:
Il sottofondo musicale è ovviamente un grande classico…. “One Love” di Marley, sentita cantare durante il mio soggiorno da più persone fino ad entrarmi in testa, senza uscirne.
Un viaggio in Israele si rivela sempre un turbinio di emozioni, sensazioni, contrasti, controsensi che non lascia mai indifferenti con il proprio mix di arte, storia, natura e fede. Geograficamente si tratta di un fazzoletto di terra fra il Mediterraneo e il Mar Morto, punto più basso della terra, all’interno di quella mezza luna fertile tanto studiata nei libri di scuola. Da sempre luogo di passaggio di civiltà e popoli, terra ambita da tanti, con una storia complessa e articolata che influisce su un presente difficile da comprendere. Provo a raccontare e trasmettere le mie sensazioni:
La Galilea e il nord:
regione collinare molto verde ma anche intensamente coltivata. Attraversandola si trovano diversi siti archeologici come gli splendidi resti di Cesarea Marittima affacciati sul mare (conserva l’anfiteatro, l’ippodromo e l’acquedotto). Armageddon che conserva un tunnel sotterraneo utilizzato per il rifornimento dell’acqua. Città importante è Haifa, adagiata sulla sua trafficata baia e famosa per i giardini Bahai che ospitano il mausoleo del fondatore dell’omonima religione nata dalla scissione con l’Islam. Qui si erge inoltre il Monte Carmelo a cui si deve la nascita dell’ordine dei monaci carmelitani (seguendo le orme del profeta Elia) e la venerazione della Beata Vergine del Carmelo. La tappa centrale della regione è Nazareth, luogo dell’annunciazione, molto caro e frequentato dai fedeli. Qui si possono visitare la bella chiesetta con la sorgente della Vergine dove si può ammirare la tradizionale iconostasi ortodossa, la sinagoga che si raggiunge attraversando il mercato e la Basilica dell’Annunciazione con la chiesa limitrofa dedicata a San Giuseppe. La struttura è moderna e risale agli anni 60 del novecento, il piano inferiore conserva la grotta dell’Annunciazione, dove secondo la tradizione l’Arcangelo Gabriele diede il lieto annuncio a Maria. La sì può ammirare anche dal piano superiore. Belle e interessanti le opere raffiguranti Maria provenienti da varie nazioni del mondo ognuna con il proprio stile locale.
Un altro luogo da non perdere è il lago di Galilea, in cui è possibile provare l’esperienza della navigazione ammirando il paesaggio circostante fino alle alture del Golan. Nei pressi sorgono diverse località come Cafarnao che conserva i resti del villaggio con l’antica sinagoga e la casa di Pietro sulla quale ora sorge una chiesa moderna. Tabga con questo nome si identificano due chiesette legate una al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci (molto bello il pavimento a mosaico) e l’altra al primato di Pietro. Il Monte delle Beatitudini che sorge su un’amena collina con folta vegetazione da cui si gode un bellissimo panorama del lago. Kursi piccolo ma ben conservato sito archeologico.
L’acquedotto romano di Cesarea Marittima
Vista notturna di Haifa
Sinagoga di Nazareth
Vista notturna di Nazareth
Lago di Galilea
Il sito archeologico di Kursi
Il deserto e il Mar Morto:
proseguendo verso sud dalla Galilea si apprezza il cambio di paesaggio ma anche la grande abilità nelle coltivazioni (datteri e banane) nonostante le condizioni estreme. Gerico appare come un’oasi nel deserto, città disordinata e poco curata che conserva il tell archeologico e il monastero della tentazione a cui si accede con la funicolare. Qui si può far incetta di frutta tropicale (sicomoro, anacardi, datteri, mango, zenzero, ecc). Costeggiando il mar Morto, sono imperdibili gli spettacolari siti archeologici di Masada e Qumran. La prima, nota per i resti dell’antica fortezza situata su un’altura a picco (400 m.), abitata dagli zeloti, che seppero resistere all’assedio dei romani (che dovettero colmare il dislivello costruendo una rampa), salvo poi al momento della sconfitta procedere con un suicidio di massa. La seconda celebre per il ritrovamento dei rotoli manoscritti della Bibbia (ora conservati al museo del libro di Gerusalemme) e per i resti del villaggio degli esseni, una piccola comunità che viveva come eremiti. Fra queste due località si trova la bella oasi di Ein Gedi, dove si possono vedere delle cascate immerse nella vegetazione e diversi animali, quali stambecchi e Iraci. Salendo verso Gerusalemme ci si imbatte nel deserto di Giuda, qui è d’obbligo una piccola deviazione per arrivare ad un punto panoramico dove rimanere letteralmente a bocca aperta ammirando il Monastero di San Giorgio in Koziba costruito nella roccia.
Il deserto di Giuda
Il monastero di San Giorgio in Koziba
La funicolare di Masada
Un albero all’interno del sito archeologico di Masada
Un tipico uccello di Masada
La cascata nell’oasi di Ein Gedi
Una famiglia di stambecchi nell’oasi di Ein Gedi
Gerusalemme :
sono giunto finalmente alla città Santa (per le 3 religioni), che regala emozioni continue ma anche contrasti e contraddizioni. Conservata all’interno delle antiche mura è suddivisa in quattro quartieri (Ebraico, Musulmano, Cristiano, Armeno). La visita comincia dal Monte degli Ulivi dove scendendo si trovano diverse chiese: quella dedicata all’Ascensione, il Pater Noster (è riportata la preghiera in tutte le lingue del mondo, compreso il friulano!), Dominus Flevit (ricorda le lacrime versate da Gesù guardando la città), la Basilica dei Getsemani con l’orto degli Ulivi (impressionanti i tronchi di queste piante secolari), fino alla chiesa dedicata alla tomba della Madonna (chiesa ortodossa con un’atmosfera tutta particolare fra poca luce e molto incenso). Un insieme di sensazioni maggiorate dagli splendidi panorami che si godono sulla città. Ripercorrere la Via Dolorosa è uno dei momenti clou, attraversando i vari mercati fino ad arrivare al Santo Sepolcro (consiglio di arrivarci dalle cappelle copte). All’interno ci sono diverse cose da visitare e contemplare: l’edicola (recentemente restaurata, ora si ammira in tutto il suo splendore) che conserva al suo interno il sepolcro ed un frammento della pietra che lo chiudeva, la pietra della deposizione, la collina del calvario con il luogo della crocifissione, scendendo si trovano varie cappelle e grotte dove si nota la nuda roccia. Purtroppo c’è abbastanza confusione ma resta comunque un luogo mistico, che trasmette molto e non lascia indifferenti. Segnalo uno dei contrasti di questa città: la chiesa è suddivisa fra cattolici, armeni e ortodossi ma l’apertura e chiusura avviene tramite una famiglia di musulmani che di generazione in generazione si tramanda le chiavi. Un museo che consiglio vivamente è la Cittadella di Davide che conserva resti e ha un’interessante esposizione interna che narra la storia della città e dalla torre si gode di un panorama mozzafiato (direi unico al mondo). Non si può inoltre non fare una passeggiata nel quartiere ebraico, con i resti dell’antico cardo romano fino ad accedere al Muro del Pianto (muro occidentale, sopra il quale sorgeva l’antico tempio), luogo sacro per gli ebrei. Un altro luogo da visitare è il Sion Cristiano dove si trovano la chiesa della Dormizione della Madonna, il Cenacolo, la tomba di Davide e la Chiesa di San Pietro in Gallicantu.
Per gli amanti dello street food consiglio di assaggiare le ciambelle dolci con i datteri… morbide e gustose!
Una toccante visita la merita anche lo Yad Vashem (museo della memoria della Shoah) che si compone di una parte esterna con il giardino dei giusti (ogni albero viene piantato in memoria di una persona che ha cercato di salvare o salvato vite umane), il memoriale dei bambini (lascia senza parole), la sala della memoria e di una parte interna con il museo storico che ripercorre tutti i passi con filmati, foto, documenti, pannelli, ecc.
Betlemme:
A poca distanza da Gerusalemme si trova Betlemme, ma per arrivarci si superano posti di controllo e il muro tristemente famoso che divide la Cisgiordania. Da non perdere la basilica della Natività con la grotta e gli splendidi mosaici recentemente restaurati, la Chiesa di Santa Caterina e il campo dei pastori con la chiesa dell’architetto italiano Barluzzi (ne ha progettate diverse in Terrasanta). Qui è tradizionale l’artigianato in legno di ulivo, utilizzato dalle varie cooperative per produrre presepi e souvenir.
Un cortile della Chiesa del Padre Nostro
Chiostro nella Chiesa del Padre Nostro
Chiesa dell’Assunzione di Maria
Basilica dei Getsemani
Vista della città vecchia di Gerusalemme
La vista notturna di Gerusalemme
Nel mercato di Gerusalemme
La pietra della deposizione nel Santo Sepolcro
Il Muro occidentale e la Moschea della Rocccia
Un viaggio in Israele è un’esperienza unica, regala emozioni profonde, si è come bombardati dalle tante cose viste, apprese e conosciute che si fa quasi fatica a capire fino in fondo… ci vuole qualche giorno di tempo per metabolizzare, per fare ordine e riprendere la vita quotidiana con un nuovo spirito!
Per la parte musicale consiglio un giovane musicista locale con una voce molto particolare, Asaf Avidan, di cui propongo l’ascolto dell’emozionante Reckoning Song (One Day).